Nuove su neuroni e astrociti nella memoria

 

 

ROBERTO COLONNA

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XXII – 31 maggio 2025.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Dalla fondazione della nostra società siamo impegnati a diffondere i risultati della ricerca sul ruolo degli astrociti nei processi cognitivi e, in generale, nelle funzioni psichiche e nei disturbi psichiatrici. Anche se la nozione del secolo scorso sul ruolo di mero supporto della glia è stata dura a morire, dopo oltre vent’anni di studi su gliotrasmissione, ruolo delle sinapsi tripartite, partecipazione delle reti astrogliali a verosimilmente tutti i processi cerebrali tradizionalmente attribuiti esclusivamente alle reti neuroniche cerebrali e l’adozione di trattati come Neuroglia[1] nei corsi di formazione in neuroscienze, finalmente le acquisizioni sperimentali in questo campo sono diventate cultura comune.

Rimane il problema della difficoltà di decifrare, nei singoli processi, i meccanismi della cooperazione neuroni-astrociti. Finora, i dati certi appaiono parziali e frammentari. Leo Kozachkov e colleghi hanno elaborato un impianto teorico per una migliore interpretazione e sistematizzazione dei dati: una teoria dell’elaborazione della memoria da parte di reti neuroniche-astrocitarie che adotta lo strumento della Dense Associative Memory.

In questo modo, i ricercatori hanno ottenuto dati da cui si ricava che gli astrociti possono fungere da unità naturali per l’espressione funzionale di questa rete nell’hardware biologico cerebrale. È emerso che gli astrociti accrescono la capacità di memoria della rete. Questo potenziamento origina dall’immagazzinare memorie nella rete dei processi astrogliali, non esclusivamente nelle sinapsi, come comunemente si crede. Queste comunicazioni processo-processo, probabilmente si verificano nel cervello, e possono aiutare a spiegare le sue impressionanti capacità di memoria impressiva.

(Kozachkov L. et al, Neuron-astrocyte associative memory. Proceedings of the National Academy of Sciences USA – Epub ahead of print doi: 10.1073/pnas.2417788122, May 23, 2025).

La provenienza degli autori è la seguente: Department of Brain and Cognitive Sciences, Massachusetts Institute of Technology, Cambridge, MA (USA); Thomas J. Watson Research Center, International Business Machines Research, Yorktown Heights, NY (USA); Department of Mechanical Engineering, Massachusetts Institute of Technology, Cambridge, MA (USA); Massachusetts Institute of Technology-International Business Machines, Watson Artificial Intelligence Laboratory, International Business Machines Research, Cambridge, MA (USA).

[Edited by Wesley P. Clawson, Allen Discovery Center at Tufts University, Medford, MA (USA); PNAS USA accepted by Editorial Board Member Michael S. Gazzaniga].

Attualmente è nozione consolidata che gli astrociti, le cellule più abbondanti e studiate della glia encefalica, svolgono un ruolo di fondamentale importanza nella memoria cognitiva dei mammiferi, in generale, e della nostra specie, in particolare. Molte sinapsi dell’ippocampo sono contattate da singoli astrociti, in modi che sono oggetto di studi analitici, ma non vi sono teorie correnti che spieghino la maniera in cui neuroni, astrociti e sinapsi contribuiscono collettivamente alla fisiologia della memoria. Leo Kozachkov e colleghi hanno innanzitutto dimostrato che aspetti fondamentali della morfologia e della fisiologia degli astrociti conducono naturalmente a un sistema di memoria associativa dinamico e di alta capacità.

Le reti neuroni-astrociti, generate dal framework degli autori, sono strettamente associate alle popolari architetture di machine learning conosciute come Dense Associative Memories. Correggendo i pattern di connettività, il modello sviluppato dai ricercatori porta a una famiglia di reti di memoria associativa che include, come due casi-limite, Dense Associative Memory e Transformer.

Nelle attuazioni biologiche conosciute delle Dense Associative Memories, la ratio delle memorie immagazzinate rispetto al numero dei neuroni rimane costante, nonostante la crescita delle dimensioni della rete.

Questo lavoro dimostra che le reti neuroni-astrociti seguono una legge di scala di memoria superiore, superando la prestazione delle realizzazioni biologiche note della Dense Associative Memory. Il modello di Leo Kozachkov e colleghi suggerisce la nuova e stimolante possibilità che le memorie possano essere immagazzinate, almeno in parte, all’interno delle reti astrogliali formate dai processi di astrociti, invece che esclusivamente nel peso sinaptico interneuronico, come si è ritenuto finora.

 

L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Roberto Colonna

BM&L-31 maggio 2025

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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[1] Helmut Kettenmann & Bruce C. Ransom (eds), Neuroglia. Oxford University Press, New York 2013 (e successive edizioni).